Foto di Elena Baldi

Sono appena tornata da un weekend a Bruxelles.

Bruxelles è una città meravigliosa ed il suo centro storico lascia sempre senza fiato, in particolare la Grand Place e le vie circostanti, piazza Grand Sablon, la zona di Mont des Arts, i dintorni dell’Atomium e, a modo suo, il Parlamento Europeo.

Bruxelles è una città molto legata alla gastronomia: ad ogni angolo della città si trovano caffè, ristoranti, pasticcerie, cioccolaterie, fast food e birrerie.

I prodotti tipici che rendono famosa questa zona sono le famosissime birre belghe, ce ne sono circa 99 ufficiali e a ciascuna corrisponde un diverso bicchiere, la cioccolata, le patatine fritte, nate in quest’area, le goufres, le cialde (o waffles o waffeln), le cozze, immancabilmente accompagnate dalle patatine fritte, e la carbonnade, una sorta di goulash fiammingo dal sapore delicato e poco speziato.

Come ho già detto, quando ti prende quel certo languorino, o vuoi rilassarti gustandoti una delle delizie locali, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Nel centro storico si trovano tantissimi ristoranti turistici che presentano piatti più o meno tipici, con un menù unico che non varia sensibilmente da un ristorante all’altro, prezzi uniformi e qualità non molto curata.

Questi locali si trovano soprattutto nella zona della galleria Saint Hubert.

Nonostante la qualità non sia delle migliori, questi locali sono particolarmente curati nell’aspetto, presentano piatti tipici, i camerieri sono molto cordiali con i turisti e parlano quasi tutti l’italiano, cosa che non accade di frequente in Belgio, nonostante la considerevole massa di turisti italiani che si riversano ogni anno a Bruxelles.

Se però vuoi scegliere un locale che non sia prettamente turistico ma che sia tipico, storico e che lasci il segno nei tuoi ricordi, ti posso consigliare 3 locali da non perdere assolutamente nella capitale Belga.

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A la Mort Subite
rue Montagne-aux-Herbes Potagères 7


Foto di Elena Baldi

Vicinissimo alla galleria Saint Hubert, alla cattedrale e al Museo dei fumetti, questo bar rappresenta un viaggio nel tempo sino agli inizi del ‘900, nella gastronomia, nella cultura e nelle tradizioni.

Intorno al 1910 il signor Theophile Vossen creò un locale chiamato “La Court Royale”.

Il locale era molto frequentato soprattutto dagli impiegati della vicina Banca del Belgio.

Questi impiegati erano soliti trascorrere la pausa pranzo nel locale giocando ad un gioco di dadi chiamato 421.

L’ultima partita veloce prima di tornare al lavoro era chiamata “Mort subite”, cioè morte improvvisa.

Questo nome divenne così noto che quando, nel 1928, il signor Vossen trasferì il locale nella sua sede attuale, gli diede il nome di “Mort subite”.

Poichè egli produceva la stessa birra gueuze che vendeva nel suo locale, decise di dare lo stesso nome alla sua birra.

La Mort Subite è una birra a fermentazione spontanea molto diffusa in Belgio, soprattutto nelle sue versioni alla ciliega (Mort Subite Extreme Kriek) e al lampone (Mort Subite Extreme Framboise), dolci e straordinariamente buone, apprezzate soprattutto dalle ragazze.

Se vedete nei locali dei bicchieri contenenti un liquido dal colore rosso intenso, si tratta sicuramente di birra alla ciliegia.

Nel locale si possono ordinare gustosi pranzi e colazioni, ma l’aspetto più suggestivo dell’esperienza è quello di entrare letteralmente nella storia belga del secolo scorso.

Il locale conserva l’aspetto e le decorazioni originali del 1928 e rappresenta una pietra miliare della cultura della capitale.

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Le Roy d’Espagne
Grand Place 1


Foto di Elena Baldi

Altro tuffo nella storia è un pasto al ristorante “Le Roy d’Espagne”, al numero 1 della Grand Place.

L’edificio fu costruito nel 1697 ed era in origine la Casa della Gilda dei Fornai.

Il nome del locale è dovuto alla presenza del busto di Carlo II, re di Spagna e sovrano dell’Olanda del sud, che all’epoca comprendeva anche l’attuale Belgio.

L’edificio fu gravemente danneggiato durante la Rivoluzione Francese, ma fu restaurato nel suo stato originale nel 1902, grazie all’iniziativa del sindaco di Bruxelles, Charles Buls.

Dopo esser stato un caffè ed un magazzino, del quale rimane la prima balconata, tornò alla sua prima vocazione di caffè nel 1952.

Ora è un ristorante e caffè, con posti a sedere sia all’interno, su due piani principli, ma con superfici rialzate come specie di

balconi, sia all’esterno, sulla Grand Place.

Al suo interno il locale è fatto completamente in legno e muratura, ed è assolutamente bellissimo e gradevole da vedere, nonchè istruttivo dal punto di vista dell’architettura del ‘600.

I piatti sono deliziosi, consiglio soprattutto il soufflè di formaggio, il petto di pollo con le linguine e il tortino di cioccolato fondente con la salsa di vaniglia Bourbon.

E’ il posto ideale dove assaggiare diverse birre belghe perchè ne hanno di diversi tipi e le presentano in bicchieri piccoli e caratteristici.

Tra le birre consiglio la Hoegaarden, birra bianca, e la Leffe.

Solo per i più coraggiosi la Chimay, birra scura trappista dal gusto forte e amaro.

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La Maison des Crepes
42, Rue des Pierres

Bar con una storia molto più recente, ma l’ideale per uno spuntino o pranzo al di fuori dei classici piatti standard per turisti.
La “Maison des Crepes” propone nel suo menù tantissimi tipi di crepes, sia dolci che salate, condite in vario modo, che soddisfano tutti i gusti.

Io ho assagiato una crepe dolce semplice, condita con solo un po’ di zucchero.

La crèpe era molto buona anche se piuttosto spessa e molto sostanziosa.

Lo zucchero lo dovevamo aggiungere noi a nostro piacimento e ci è stato portato in piccoli barattolini di latta, ciascuno con un tipo diverso di zucchero.

Il bar si trova al piano terra, al primo piano si trovano i servizi.

Il servizio è molto veloce e le cameriere molto gentili.

Il locale si trova all’angolo di Rue des Pierres, vicino a Rue de Midi, nei pressi del celebre Manneken Pis.

Il quartiere di Rue de Midi è molto bello e attivo, con i suoi negozi bizzarri e stravaganti dedicati soprattutto ai giovani.

Per altre informazioni mi trovi su:

=> Viva la Germania

A presto, un abbraccio.

Articolo di
Elena Baldi