Tramonto infuocato sulla Val d'Orcia

Tramonto infuocato sulla Val d’Orcia – Foto di Cristiano Guidetti

 

La Toscana.

Il mio 2012 è stato “Toscana-centrico“?

Forse sì, ne ho vista parecchia, tanti luoghi già li conoscevo, tanti altri sono state piacevoli scoperte come la Valdera, percorsa in Vespa, oppure San Miniato, un borgo che mi ha colpito con il suo centro storico non trasformato nel solito carrozzone turistico.

E come non citare Firenze, l’unica città italiana in cui mi trasferirei senza problemi, l’ho sempre amata, con la sua aria internazionale ma rimanendo allo stesso tempo una cittadina, e in pochi minuti ti ritrovi in mezzo alla campagna.

Ma l’ultima sorpresa è stata la Val d’Orcia, che forse avevo solo attraversato in adolescenza.

L’ho visitata nel mese di dicembre e proprio per questo il mio innamoramento ha ancora più valore, la immagino in primavera o al sole tiepido autunnale e… devo tornarci.

Un altro motivo per condividere la fama che questa regione ha in tutto il mondo.

Ho capito anche da dove arrivano tutte le fotografie più famose della Toscana, le colline dolci, i gruppi di cipressi in mezzo al nulla, un borgo antico dietro l’altro su piccole alture, l’occhio e la macchina fotografica in una zona come questa impazziscono e fanno fatica a seguire tutti gli input che arrivano.

Non ti parlerò di Pienza, il centro più famoso di questa zona, ma di 3 piccoli borghi posti sulla via Francigena, una delle grandi vie di pellegrinaggio (insieme al cammino di Santiago ad esempio) che da Canterbury raggiungeva Roma.

Una delle tappe della Francigena in Terre di Siena è quella che parte da San Quirico d’Orcia e arriva a Radicofani, quasi 33 km immersi nella natura e circondati da borghi storici.

Ed ecco proprio due dei borghi che citavo… il terzo è Bagno Vignoni, vicino a San Quirico.

Non sì è obbligati a farli a piedi, io mi sono spostato in auto, ma l’idea di ripercorrere a piedi questo tratto si è insinuata nella mia mente.

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San Quirico d’Orcia

Punto di partenza della tappa ma il paese merita assolutamente una visita.

Le possibilità di alloggio qui sono molte, sia hotel che strutture più spartane come l’ostello del pellegrino proprio nel centro del paese.
Il centro storico è molto curato e la passeggiata è molto piacevole.
Per gli amanti del genere, da non perdere la Collegiata, una pieve costruita (come la si vede ora) tra il 1.100 e il 1.200.
All’interno ci sono opere del pittore senese Sano di Pietro.

 Collegiata di San Quirico d'Orcia

Collegiata di San Quirico d’Orcia – Foto di Cristiano Guidetti

Portone della Collegiata di San Quirico d'Orcia

Portone della Collegiata di San Quirico d’Orcia – Foto di Cristiano Guidetti

 

Un evento molto interessante (io ci sono capito in mezzo per caso) è la Festa dell’Olio organizzata i primi di dicembre.

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Bagno Vignoni

E’ una frazione di San Quirico d’Orcia ed è centro termale.
Curiosa la grande vasca posta nel centro del borgo, con l’acqua termale che ribolle tutto l’anno.

 La vasca termale di Bagno Vignoni

La vasca termale di Bagno Vignoni – Foto di Cristiano Guidetti

La vasca termale di Bagno Vignoni

La vasca termale di Bagno Vignoni – Foto di Cristiano Guidetti

 

Peccato non si possa più immergervi, per utilizzare la preziosa acqua devi rivolgerti alle terme lì vicino.
Il centro era molto gettonato nel passato, passarono di qui Lorenzo il Magnifico,  Caterina da Siena e pure Papa Pio II.
Ora rimane un borgo tranquillo, in cui passeggiare, scattare fotografie poetiche (con il vapore della vasca) e magari degustare ricette del territorio.

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Radicofani

Impossibile negare che sia il borgo che più mi ha colpito, sia per la posizione elevata che domina il circondario (più di 800 m.s.l.m), sia per la vita leggendaria di Ghino di Tacco, signorotto, brigante, assassino, benefattore (la sua storia merita un approfondimento) che qui si rifugiò e visse… insomma, una sorta di Robin Hood all’italiana.

Ghino di Tacco, la statua che si trova ai giardini pubblici

Ghino di Tacco, la statua che si trova ai giardini pubblici – Foto di Cristiano Guidetti

 

Nel passato la forza di questo borgo era quello di essere la fine di una delle tappe sulla Francigena, lo è anche oggi, ma nei tempi che furono la via aveva un’importanza strategica e di spostamento.

La torre, quel che resta del castello di Ghino di Tacco

La torre, quel che resta del castello di Ghino di Tacco – Foto di Cristiano Guidetti

 

Anche oggi è presente un ostello del pellegrino gestito dai volontari della Misericordia, proprio a fianco della bella Chiesa di Santa Maria Assunta.

Chiesa di Santa Maria Assunta

Chiesa di Santa Maria Assunta – Foto di Cristiano Guidetti

Ostello del Pellegrino

Ostello del Pellegrino – Foto di Cristiano Guidetti

 

E a breve ne verrà aperto un altro, che il comune sta mettendo a posto, nelle vecchie scuole.

Consiglio: perditi tra i vicoli di questo borgo, ci sono piccole piazzette e scorci da cartolina sul Monte Amiata.

Un vicolo a Radicofani

Un vicolo a Radicofani – Foto di Cristiano Guidetti

Una piazzetta caratteristica a Radicofani

Una piazzetta caratteristica a Radicofani – Foto di Cristiano Guidetti

Veduta sul Monte Amiata

Veduta sul Monte Amiata – Foto di Cristiano Guidetti

 

Inoltre una chicca è Bosco Isabella, un giardino romantico – esoterico di fine ‘800 che ho solo intravisto ma che mi è rimasto nel cuore. (anche per il suo essere “esoterico“)

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Avrai capito che la zona mi è rimasta nel cuore e nella testa, merita sicuramente un altro  viaggio… magari a piedi percorrendo alcuni tratti della splendida (e misteriosa) via Francigena.

Un saluto,
Cristiano