La Rocca di Canossa, quello che rimane del Castella di Matilde

La Rocca di Canossa, quello che rimane del Castella di Matilde – Foto presa da Wikimedia libera da diritti

Appennino Reggiano, ovvero la provincia di Reggio Emilia che sale e raggiunge la Toscana.

Ovvero, il luogo in cui sono nato e vivo tutt’ora, tra un viaggio di lavoro e l’altro.

Mi sono fermato a pensare a quante cose da fare e vedere ci sono e mi sono stupito del fatto di non aver mai scritto un articolo che le elencasse. E mi sono vergognato, perché il mio territorio è bellissimo, ospitale e da inserire tra i luoghi da visitare e godere almeno una volta nella vita.

Rimedio subito e così… per iniziare ti butto lì 7 motivi per venire in vacanza sull’Appennino Reggiano, ma ce ne sarebbero molti altri:

Le zone e i castelli matildici

Assurdo che paesi come Germania e Austria conoscano la storia e i luoghi matildici dell’Appennino Reggiano meglio del 99% di chi ci vive e quindi della quasi totalità degli italiani. Gruppi di stranieri appassionati raggiungono ogni anno le nostre terre e noi non sappiamo il perché lo fanno.

Un piccolo ripasso: Matilde di Canossa è considerata una delle prime Regine d’Italia, visse tra il 1046 e il 1115. Il castello di Canossa era il centro del suo impero e fu, a detta di molti, la donna più potente del medioevo. Da lei passarono papi (forse non soltanto per visite politiche) e l’imperatore Enrico IV addirittura rimase inginocchiato davanti al suo castello per 3 giorni interi, al fine di ottenere il perdono del Papa proprio con l’intercessione di Matilde.
Non siamo qui a raccontare la storia e a osannarla, ma per chiudere bisogna specificare che in Vaticano, nella Basilica di San Pietro, sono sepolte soltanto 3 donne. Una è la regina Cristina di Svezia, l’altra è Maria Clementina, regina di Inghilterra e la terza è proprio Matilde di Canossa.

Del suo castello principale, Canossa (ora comune piuttosto ampio), non rimane quasi nulla se non un rudere su uno spuntone di roccia, ma il luogo vale sicuramente una visita (foto all’inizio). Inoltre i castelli e le colline matildiche si estendono per chilometri: Rossena, Sarzano, Carpineti per citarne soltanto tre.

Reggio Emilia è piena di curiosità e segreti

Reggio Emilia, la sua piazza principale, ricca di segreti

Reggio Emilia, la sua piazza principale, ricca di segreti – Foto di Cristiano Guidetti

L’uscita dell’autostrada per raggiungere l’Appenino Reggiano è “Reggio Emilia”. Perché non fermarsi una giornata o due in città prima di salire verso i monti?

Tra quelle emiliane, Reggio Emilia è forse una della città meno conosciute e visitate e credo sia più per una cattiva gestione nella promozione del territorio che per mancanza di bellezze.

Negli ultimi anni eventi come la Fotografia Europea o le opere di Calatrava – le Vele proprio nella zona del casello autostradale e la stazione ferroviaria dell’alta velocità Mediopadana – cercano di riportare gente in città. Non dimentichiamo inoltre che Reggio Emilia è la città del Tricolore, qui è nata la bandiera italiana.

Ma, dietro ai fatti e alle opere conosciute da tutti esiste una Reggio Emilia di curiosità e misteri, che mi ha stupito molto e ti ho raccontato in questo articolo:

=> 7 Curiosità su Reggio Emilia che nemmeno chi vi abita conosce (la maggior parte)

La Pietra di Bismantova

La Pietra di Bismantova

La Pietra di Bismantova – Foto di Cristiano Guidetti

Ne ho parlato qualche settimana fa, faccio fatica a non essere di parte, in pratica ci sono nato sotto, ma credimi quando ti dico che è una delle visione più particolari d’Italia. Questo enorme masso cantato da Dante nella Divina Commedia rimane nel cuore di chi lo vede.

In più come ti dicevo nell’articolo “Pietra di Bismantova: Dove e perché visitare la roccia dell’Appennino Reggiano” è il paradiso degli arrampicatori e di chi ama godere di panorami dall’alto. Ci tengo a dire che la sommità della Pietra è raggiungibile da tutti e non soltanto da esperti camminatori.

Per il cibo meraviglioso

I tortelli verdi, piatto tipico di Reggio Emilia e provincia

I tortelli verdi, piatto tipico di Reggio Emilia e provincia – Foto presa da Wikimedia libera da diritti

Me la gioco facile, parlando di cibo in Emilia. Cappelletti, tortelli, erbazzone, casagai, gnocco fritto. Se alcuni di questi piatti ti sono sconosciuti non ti preoccupare, scrissi un articolo appositamente per osannarli:

=> Cosa mangiare a Reggio Emilia e provincia – I piatti tipici

Ma al di là dei piatti del territorio meno conosciuti, la zona è famosa per la cacciagione, cinghiale soprattutto, i salumi e le pietanze di maiale.

Il tutto annaffiato da buon lambrusco, che non sarà uno dei vini più quotati e da invecchiamento del nostro paese ma che regala comunque belle soddisfazioni se bevuto con piatti ricchi come quelli che si propongono in Appennino Reggiano.

In più ricorda che abbiamo in queste zone la “Strada dei vini e dei sapori delle colline di Scandiano e Canossa”, ben segnalata e che salta da una collina all’altra. Così… tra una visita a un castello e l’altra ti puoi fermare a degustare prodotti tipici.

L’appennino reggiano è perfetto per i bambini

Una visita alla Pietra di Bismantova, citata sopra, farà felice i vostri bambini, io quando ero piccolo mi divertivo un sacco a girare per i sentieri alla sua base e ammirare gli scalatori che salivano.

Inoltre abbiamo 2 importanti fiumi che tagliano le valli dell’Appennino Reggiano: il Secchia e l’Enza. In entrambi durante la bella stagione è possibile fare pic-nic o barbecue e durante i weekend sono presi d’assalto dalle famiglie.

Ti voglio citare un’altra grandissima opportunità per le famiglie: Cerwood, il più grande parco avventura in Italia. Si trova nel comune di Ventasso, a 15 minuti da Castelnovo ne’ Monti, il centro dell’Appennino Reggiano.

Qualche numero di questa installazione in mezzo al bosco e che ti permette di saltare da un albero all’altro imparando e rispettando la natura?

Ci sono 25 percorsi differenti: 6 per bambini, 13 per ragazzi e adulti e 6 percorsi pratica. Sono presenti inoltre più di 220 giochi per bambini e adulti. Chiudo dicendo che è inserito nel parco della Fonti di Santa Lucia e l’ingresso è gratuito. Si paga soltanto se vuoi fare delle attività e provare i percorsi. Trovi comunque tutte le informazioni sul sito ufficiale che ti ho passato sopra.

Per il trekking

Un altro dei miei crucci. Ci sono cammini nel mondo meno belli a livello paesaggistico, ma più conosciuti perché veicolati al meglio a livello di promozione turistica.

In Appennino Reggiano abbiamo ad esempio i sentieri Matildici, diversi percorsi che dalla pianura arrivano anche a 2000 metri. Ci sono tratti meravigliosi da percorrere, tra castelli e grandi strade del passato. Esiste un sito della Provincia di Reggio Emilia, Sentiero di Matilde, che ne ha mappato una parte importante.

Uno dei miei desideri per il 2017? Percorrerlo tutto e documentarlo in diretta, con tante immagini e video, il tutto per farlo scoprire a più persone possibili.

Scusa, mi sono lasciato prendere dal progetto… ma non voglio scordare di citarti i grandi sentieri CAI che percorrono l’alta montagna reggiana. Il monte Cusna, l’Alpe di Succiso, il monte Casarola, sono cime che raggiungono altezze discrete (sui 2.000 m.s.l.m.) e permettono ascese davvero suggestive e immerse tra boschi e grandi prati.

Perché ti posso accompagnare io!

Il settimo motivo è un invito a scoprire il territorio con il sottoscritto.

Ho il patentino da accompagnatore turistico e sono iscritto regolarmente agli elenchi regionali, questo per spazzare il campo dalle centinaia di accompagnatori improvvisati e irregolari. Posso accompagnarti negli itinerari più adatti a te, costruiamo insieme l’esperienza.

Posso assisterti nella ricerca di alloggi e nella logistica, appoggiandomi a realtà preparate e affidabili al 100%.

Insomma, sentiamoci perché mi piacerebbe tantissimo far scoprire e innamorare più persone possibili delle zone in cui sono nato e cresciuto.

Scrivimi a contatti@ cristianoguidetti.com o sentiamoci su Facebook se preferisci (poi ci sentiremo anche a voce).

Nota Bene: Ti farò pure ingrassare, a dispetto di eventuali trekking e camminate. Su questo non transigo 🙂

Un saluto,
Cristiano